ART CRITICS
La scultura di Maria Cristina Barbon
“…Le figure sono racchiuse in linee curve, armoniose, lievi che denotano una vena poetica, espressa con grande scioltezza interpretativa, nella tensione di una donna, prima di tutto, e di una “poetessa” della materia che vuole avvicinarsi, insieme a noi, alla ricerca di una spiegazione del proprio vivere quotidiano. Le sculture modellate in argilla e poi trasformate in terrecotte, sono capaci di fornire una visione, definita in figura, che diviene oggetto di esperienza di altri, la quale innesca una serie di processi mentali che tendono all’attivazione di un’immaginazione riflessa all’interno dell’osservatore. Così l’opera d’arte viene creata due olte: una volta dall’artista ed una volta dall’osservatore, diventa immaginazione ed esperienza condivisa che unisce in una comunità culturale. E’ questa la maggiore valenza di un’opera.”
Mario Guderzo
“…la ricerca plastica di Maria Cristina Barbon parte da una formazione accademica, da uno studio attento delle anatomie, dei movimenti, delle composizioni e dei ritmi che legano la figura in sé uniscono le figure tra loro. La sua scultura prende in esame un unico soggetto e progressivamente lo libera nello spazio fino a costruire l’ombra e a sfrangiare la forma, fino ad occuparsi del vuoto più che del pieno, del suggerimento più che della definizione”.
Donatella Demattè
Estratto dal Catalogo Terza Rassegna di Arte Contemporanea – Ca’ dei Carraresi, Treviso 2013
Dietro l’apparenza “vertiginosamente pacata” si annida un’angosciante emozione: il sapore di decadenza. Le figure perdono il candore verginale che ne caratterizza pure la scolpita età biologica e si manifestano per ciò che rappresentano concretamente: brandelli di umanità smarrita.
Daniel Buso
Maria Cristina Barbon's Sculpture
[...] the figures are enclosed in curved, harmonious, soft lines which denote a poetic flair, expressed with great interpretation limberness [...] in the tension of a woman, fist of all, and of a "poet" of matter who wants to approach, together with us, the research of an explanation of everyday life.
The sculptures, moulded in clay and then transformed into terracotta, are able to deliver a vision, defined as figure, that becomes the subject of others' experience and that triggers a series of mental processes which tend to the activation of an imagination that reflects on the inner-side of the observer.
In this way, the artwork is created twice: once by the artist and once by the observer, it becomes imagination and shared experience, which/connects (them) in a cultural community. This is the most relevant value of an artwork.
Mario Guderzo
"Maria Cristina Barbon's sculptural research is rooted in an academic education, an accurate study of anatomies, movements, compositions and rhythms that tie the figure itself and connect the different figures together. Her sculpture examines one unique subject [...] and progressively releases it [...] in space, until it builds its shadow and unravels its shape, until it deals with emptiness rather that fullness, with suggestion rather than definition."
Donata Demattè
Extract from the catalogue "Catalogo Terza Rassegna di Arte Contemporanea" - 2013
"A distressing emotion lies behind such "dizzily placid" appearance: the taste of decadence. The figures lose the virginal purity that yet distinguishes their craved biological age, and they reveal themselves as what they actually are: shreds of lost humanity."
Daniel Buso